«L'accordo raggiunto tra Unione Europea e Stati Uniti mette fine ad una fase di incertezza dopo mesi di instabilità che hanno rischiato di portarci a una guerra commerciale che le nostre imprese non avrebbero potuto reggere. Tuttavia, non possiamo nascondere le nostre preoccupazioni: i dazi al 15%, seppur più contenuti rispetto alle minacce iniziali del 50% e successivamente del 30%, oltre alla svalutazione del dollaro costituiscono comunque un fardello significativo per il tessuto produttivo europeo». Lo dice Maurizio Gardini, presidente nazionale Confcooperative.
«La realtà è che molte delle nostre cooperative e imprese – gli fa eco il presidente Confcooperative Abruzzo, Antonio Marascia – già messe alla prova da anni di sfide economiche, faticheranno ad assorbire questo impatto. Non tutte avranno le spalle larghe per sostenere questi costi aggiuntivi, e il rischio è quello di vedere indebolita la competitività di interi settori».
«Ora più che mai è fondamentale un riassetto strategico del mercato – aggiunge il presidente Gardini – che tenga conto non solo delle nuove aliquote tariffarie - alcune delle quali sono ancora in fase di definizione - ma anche delle dinamiche valutarie, con particolare attenzione alla svalutazione del dollaro che sta ridisegnando gli equilibri commerciali globali».
«L'Europa non può permettersi di restare a guardare. È il momento di dimostrare leadership e visione politica. Dal piano della Commissione Ursula von der Leyen alle decisioni di politica monetaria della BCE, ogni strumento deve essere mobilitato per costruire un'Europa più forte e competitiva. Non parliamo solo di proteggere il mercato interno, ma di creare un ecosistema che permetta alle nostre imprese di prosperare e innovare. L'Unione Europea deve trasformarsi da semplice regolatrice a vera architetta del bene comune europeo, mettendo al centro la sostenibilità economica delle imprese e la competitività del sistema produttivo continentale. Il momento storico è propizio – conclude il presidente Gardini – Dopo anni di navigazione a vista, è arrivato il tempo per l'Europa di spiccare definitivamente il volo e assumere il ruolo di protagonista che le compete nello scacchiere economico mondiale».