Marascia su economia sociale e cooperazione in Abruzzo

Marascia su economia sociale e cooperazione in Abruzzo

Marascia su economia sociale e cooperazione in Abruzzo L’economia sociale come leva per lo sviluppo locale e le cooperative abruzzesi che creano lavoro stabile, inclusivo e valorizzano territori e comunità. Ne parliamo con il Presidente di Confcooperative Abruzzo Antonio Marascia.

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L’economia sociale sta assumendo un’importanza crescente nel dibattito economico, politico e civico. Per Confcooperative Abruzzo, questa forma di economia non è soltanto un modello di impresa, ma un pilastro strategico per lo sviluppo sostenibile del territorio. Ne parliamo con Antonio Marascia, Presidente di Confcooperative Abruzzo, che ci racconta cosa significa economia sociale oggi, quali sono le sfide per le cooperative abruzzesi e quali percorsi si aprono per il futuro.

 

Presidente Marascia, cosa significa “economia sociale” per Confcooperative Abruzzo?
«
Per noi, l’economia sociale è molto più di un’etichetta: è un paradigma di impresa fondato sulla partecipazione, sulla solidarietà e sulla sostenibilità. Non si tratta semplicemente di generare profitto, ma di creare valore condiviso - per le persone, per le comunità e per il territorio. In questo senso, le cooperative rappresentano il cuore vivo di quell’economia che mette al centro non solo l’economia tradizionale, ma anche il benessere sociale e l’inclusione.»

 

Quale ruolo hanno le cooperative abruzzesi in questo modello economico?

«Le cooperative regionali svolgono un ruolo fondamentale: sono imprese che non nascono solo per produrre o vendere, ma per rispondere a bisogni sociali concreti. In Abruzzo, molte cooperative operano in settori strategici — dai servizi sociali all’agricoltura, dal welfare alla comunità — contribuendo a rafforzare la coesione sociale, a creare lavoro stabile e a rendere più resilienti i nostri territori.»

 

A livello nazionale, Confcooperative ha promosso un piano d’azione per l’economia sociale. Qual è la sua visione regionale su questo fronte?

«Il Piano Italia per l’Economia Sociale, come lo ha definito il presidente Gardini, rappresenta una cornice fondamentale: è come una “costituzione” che traccia le linee di sviluppo normativa, fiscale e istituzionale. A livello abruzzese, vogliamo portare avanti quella visione traducendola in progetti concreti, in politiche di rete, in servizi condivisi tra le cooperative. Pensiamo, ad esempio, all’aggregazione delle imprese cooperative per meglio rispondere alle sfide della transizione ecologica, digitale e demografica.»

 

Il Piano nazionale per l’economia sociale è stato definito dal Presidente Gardini “una pagina storica per l’economia italiana”. Qual è il suo significato per il nostro territorio e per il mondo cooperativo abruzzese?

«Rappresenta un riconoscimento atteso da tempo: finalmente il Paese si dota di una strategia che valorizza chi genera sviluppo senza delocalizzare, chi investe nei territori e chi costruisce coesione sociale ogni giorno. Per l’Abruzzo questo provvedimento ha un valore speciale. Le nostre cooperative garantiscono servizi essenziali nei piccoli comuni, presidiano aree interne fragili, creano lavoro stabile e inclusivo, soprattutto per giovani e donne. Il Piano non crea nuovi recinti, ma offre strumenti per rafforzare queste esperienze e amplificarne l’impatto. È un’occasione per consolidare welfare di prossimità, filiere locali, economia reale e comunità più forti. Un passo avanti che riconosce ciò che le cooperative fanno da sempre: tenere insieme crescita economica, responsabilità e inclusione.»

 

Quali sono le principali sfide che le cooperative sociali e dell’economia sociale affrontano oggi?
«Le sfide non mancano: dal riconoscimento normativo e fiscale, alla difficoltà di accedere a risorse dedicate; dalla burocrazia, che può rallentare i percorsi di crescita, alla necessità di rafforzare la cultura cooperativa nelle nuove generazioni. Ma oltre alle sfide, ci sono anche opportunità enormi: l’economia sociale può essere una leva di sviluppo per la nostra regione, specialmente nelle aree interne, valorizzando imprese che creano occupazione e coesione.»

 

Quali sono gli obiettivi di Confcooperative Abruzzo per i prossimi anni in materia di economia sociale?

«Vogliamo consolidare la presenza delle cooperative sociali abruzzesi, promuovere nuovi progetti di comunità e favorire la collaborazione tra cooperative per aumentare l’impatto sul territorio. Allo stesso tempo, intendiamo intensificare il dialogo con le istituzioni locali e nazionali per chiedere politiche di sostegno più stabili e coerenti: strumenti fiscali, risorse europee, programmi di formazione e supporto al lavoro cooperativo. Crediamo fortemente che l’economia sociale non sia una risposta emergenziale ai problemi, ma un modello strutturale di sviluppo. In Abruzzo, le nostre cooperative possono essere la leva per costruire una regione più giusta, inclusiva e resiliente. Confcooperative Abruzzo è pronta a guidare, in collaborazione con le nostre associate, questo percorso: non solo con parole, ma con azioni concrete.»

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